Catanzaro

La città delle 3 V e dei 3 colli

In Calabria ti guido io!

La Citta’ di  Catanzaro

La scoperta del Capoluogo di regione

avvolto nel suo lontano mistero

di

Daniela Strippoli

L’Aquila corrisponde all’emblema di Catanzaro e alla sua squadra di calcio oggi in prima divisione

L’Aquila corrisponde all’emblema di Catanzaro e
alla sua squadra di calcio oggi in prima divisione

Catanzaro, città capoluogo della Calabria, sorge sulla costa ionica al centro del bellissimo Golfo di Squillace e offre il clima mite del mare e la frescura della Sila, che sorge alle sue spalle a soli 25 km di distanza. E’ situata nell’Istmo ovvero nel punto più stretto dello stivale e collocandosi nell’entroterra per raggiungerla dall’autostrada A3 SA-RC bisognerà intraprendere l’uscita per Lamezia Terme, sede dell’ aeroporto principale della regione e della  più importante stazione ferroviaria. Per chi invece vuole raggiungerla dalla costa vi giungerà direttamente percorrendo da Taranto la SS 106 in direzione Reggio Calabria che attraversa il quartiere Lido del capoluogo.

Un’immagine della città vista dall’alto

Un’immagine della città vista dall’alto

Catanzaro città sui tre colli e capoluogo di regione è conosciuta come la città delle 3 V (vento, velluti e Vitaliano).  La storia della sua origine appare sconosciuta e poco chiara. E’sicuro che fu scelta dagli arabi come attesta un documento in cui, per la prima volta, compare  QATANSAR  come il nome della città. Successivamente fu contesa dai normanni  divenendo contea di Roberto ilGuiscardo.

Il suo stemma civico raffigura la città come un’ Aquila, dono prezioso che risale alla discesa di Carlo V  che volle premiare i suoi cittadini per la loro fedeltà alla corona. Ciò spiega la scritta “Sanguinis effusione” che porta nel suo becco. Sul petto dell’aquila compaiono i tre colli sui quali sorge la città.

Il Ponte di Catanzaro

Il Ponte di Catanzaro

La  sua storia più antica è legata al suo millenario castello normanno che, dall’alto del colle su cui sorge, domina l’intera città fino al mare. Oggi il suo castello  trova la sua identità nel  complesso Monumentale di San Giovanni. Dell’antico castello  ne rimangono solo la torre  e  parte della muratura laterale  che si affaccia sull’antico quartiere case arse.

La torre superstite del Castello normanno

La torre superstite del Castello normanno

Seguire le tracce  storiche di una città, che fu ricostruita sui suoi sotterranei,  affascina e meraviglia perché sono tanti gli oscuri misteri che sono stati celati. Una città che è rimasta fedele a Carlo V, che si è salvata grazie agli interventi miracolosi di San Vitaliano e della Vergine, che ha conosciuto un grande sviluppo economico grazie alla produzione della seta, portata dagli arabi, e di cui ne ha sempre vantato un grande primato.

La fontana del “cavatore” monumento simbolo della città

La fontana del “cavatore”
monumento simbolo della città

La seta infatti ha influenzato fortemente la vita dei suoi antichi abitanti nei costumi tradizionali e nella vita economica della città che era abitata per lo più da rinomati mercanti. Ancora oggi in alcuni paesi della provincia si osserva il mantenimento di questa attività e la città conserva, nella parte antica il quartiere della “Filanda” che ricorda l’antica zona delle filatrici.

Il fuso e gli strumenti della seta utilizzati per la sua produzione

Il fuso e gli strumenti della seta
utilizzati per la sua produzione

Il suo piatto tipico è “U Morzeddu” ovvero una pietanza composta dalle interiora di vitello cotte nel sugo con abbondante peperoncino e che si mangia accompagnato con la Pitta, un pane tipico a forma di ruota di carro.

Il Morsello è legato ad una vecchia leggenda che vede come protagonista Chicchina, una giovane donna rimasta vedova che, per sfamare i suoi figli, dovette adattarsi a compiere i lavori più umili. Si narra infatti che nella notte della Vigilia di Natale Chicchina fu chiamata a pulire il cortile dove erano stati macellati dei vitelli. Una volta ripulito tutto fu costretta a recarsi presso la discarica della Fiumarella. Tornata a casa non avendo nulla da cucinare decise di riprendersi le frattaglie che aveva buttato via. Le lavò e le cucinò con il sugo.

Ecco “U murzeddru” da notare i rami di origano utilizzati per mantecare il sugo

Ecco “U murzeddru”
da notare i rami di origano
utilizzati per mantecare il sugo

La visita partirà dunque dal vecchio Castello che si affaccia sul Ponte Morandi,  il secondo d’Europa per l’ampiezza della sua arcata. Da qui si proseguirà per piazza Matteotti, dove si ammirerà il simbolo vero e proprio della città, la fontana del “cavatore”, si attraverseranno i caratteristici vicoletti della città medievale,  ci si soffermerà davanti alla Chiesa di Sant’Omobono e si proseguirà la piacevole passeggiata lungo Corso Mazzini, un tempo attraversato dalla rete tranviaria, sul quale si affacciano le facciate dei palazzi più insigni della città. Da qui entreremo nella bellissima Basilica dell’Immacolata, particolarmente cara alla città.

Un immagine di “Corso Mazzini” nella quotidianità

Un immagine di “Corso Mazzini” nella quotidianità

Un intreccio di viuzze e vicoletti conducono ai quartieri più antichi come la Grecìa con la sua chiesa del Carmine e la Vallotta. Confinante con questi quartieri è il Palazzo  ottocentesco De Nobili oggi sede del comune  che si affaccia nella bellissima Villa Margherita risalente agli anni  1878-1881 così denominata in onore della regina che la inaugurò.

Il centro storico di Catanzaro. Uno dei miei posti preferiti

Il centro storico di Catanzaro.
Uno dei miei posti preferiti

Nelle sue vicinanza sorge  il nuovo Teatro Politeama  che traduce il tentativo di riproporre e continuare l’antica tradizione dei cittadini che hanno sempre ospitato nella città il teatro. La struttura architettonica del Teatro, fortemente contemporanea, non si inserisce nel contesto storico in maniera uniforme ma regala alla città un aspetto moderno e comunque elegante.

Il pranzo sarà d’obbligo in un ristorante tipico del centro storico dove si potranno degustare i piatti tipici della città e le varie leccornie della cucina calabrese dai sapori forti e genuini.

Un immagine dell’interno del Teatro Politeama

Un immagine dell’interno del Teatro Politeama

Tappa obbligata sarà una passeggiata nel Parco della Biodiversità dove si potrà godere della fresca aria della Sila, che dista solo 25 km, e si potrà visitare facoltativamente il MUSMI (museo militare

Un’immagine dello splendido e grandissimo parco della biodiversità

Un’immagine dello splendido e grandissimo
parco della biodiversità

A conclusione della giornata è prevista una piacevolissima passeggiata, facoltativa, sul lungomare di Catanzaro Lido   che è lungo 2 km e abbraccia il Golfo di Squillace fino a Punta Stilo il cui faro si vede lampeggiare passeggiando  quando la sera lo permette. Colorato e illuminato d’estate con i suoi pittoreschi siti balneari che lo animano rende gradevoli le serate dei catanzaresi perché la sua brezza rinfresca ristora.

Lo splendido lungomare di Catanzaro

Lo splendido lungomare di Catanzaro

Costo

€ 25 a persona (gruppo di minimo 15 persone)

La tariffa comprende:

–      visita guidata

–      pranzo in ristorante tipico del centro storico.

 

MUSEI  a Catanzaro  

Museo Marca

Aperto da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 20.

Biglietto: €3   (gratuito fino a 18 anni e oltre i 65 anni)

 

Museo  Musmi

Aperto da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 20.

Biglietto: €2   (gratuito fino a 18 anni e oltre i 65 anni)

Nota: L’accesso al museo è possibile solo su prenotazione al costo di €1.

Video Correlato

 

 

 

 

Link correlati

La nostra pagina sulla Regione Calabria

Il Meteo in Calabria

Come raggiungere la Calabria

Comments are closed.