Cutro: città del pane, degli scacchi e non solo
Cutro: città del pane,
degli scacchi e non solo
di
Daniela Strippoli
Chi in Calabria non ha mai sentito parlare di Cutro o, meglio in calabrese, Cùtru? Ebbene si, Cutro!
Poco al di sopra della spiaggia dalla sabbia bianca di granelli e conchigliette, nota come Steccato, nella curva a Nord del Golfo di Squillace, a pochi chilometri da Crotone e in prossimità della famosa località turistica Le Castella, sorge Cutro.
Una dritta stradina di campagna attraversa i campi di grano, interrotti qua e là dalle cunette bianche dei calanchi che caratterizzano il territorio del marchesato, e conduce nel cuore di una cittadina che, purtroppo, è spesso associata ai fatti di cronaca nera che, si sa, allontanano e discriminano senza mai dare possibilità di scoprire e andare oltre.
Cutro, denominata in greco Kyterion, ossia città della creta è un borgo della provincia di Crotone che vanta una bella storia! Basterebbe già solo il fatto che nel 1575 il Re di Spagna Filippo II la fregiò con il titolo onorifico di Città del pane e degli scacchi.
La città è infatti avvolta dal profumo del pane che, realizzato con il 75% di semola di grano duro e rigorosamente cotto a legna negli antichi forni, è rinomato per la sua freschezza e la sua lunga durata e, per questo, candidato per ricevere il marchio DOP ( denominazione origine protetta). E’ il gusto e la fragranza della sua mollica che attraggono, incuriosiscono e, nello stesso tempo, affascinano al ricordo di una tradizione antica che continua a vivere incontrastata da sempre.
Oltre ad essere città del pane, Cutro è anche città degli scacchi grazie ad un suo cittadino, Giò Leonardo di Bona, soprannominato il Puttino per la bassa statura, che divenne il primo campione di scacchi di tutta Europa.
La sfida scacchistica si tenne a Madrid. In presenza del Re Filippo II ed altri dignitari di corte come Anna Maria d’Austria, la quarta moglie del Re e Don Giovanni d’Austria, vincitore della battaglia di Lepanto del 1571, il Vescovo di Segovia, Ruy Lopez, e il puttino si scontrarono per tre volte consecutive. Leonardo perse le prime due partite, il Re dava per scontato l’esito finale e, sul punto di lasciare la sua postazione da spettatore, fu pregato dal giovane cutrese di restare.
Contro ogni pronostico, il vescovo Ruy Lopez perse inesorabilmente contro l’abile giocatore Leonardo Di Bona che vinse tre partite consecutive.
Tale evento scacchistico è stato immortalato su un tela eseguita nel 1886 dal pittore toscano Luigi Mussini, oggi conservata presso il Monte dei Paschi di Siena e valse al campione di Cutro molti premi. Inoltre, per espressa richiesta del puttino al re Filippo II, Cutro ottenne il titolo di città e i suoi cittadini furono esenti per vent’anni dal pagamento delle tasse.
La città, in segno di riconoscimento al suo campione, offrì la dedica della piazza principale a Leonardo Di Bona. La pavimentazione della piazza, con sullo sfondo la facciata della chiesa Madre, è una enorme scacchiera la cui dimensione è pari a 16 m x 16 e, su di essa ogni anno, a partire dal 1997, è giocata una partita di scacchi vivente alla quale si aggiunge ogni anno un torneo internazionale.
Chiunque giunge nella cittadina non passerà inosservato agli anziani seduti sul muretto o davanti ai tavolini del bar, com’è tradizione nei piccoli centri del sud. Proprio qualcuno di loro, inevitabilmente con un sorriso ed un saluto farà sentire come a casa il forestiero che, da li a poco sarà coinvolto nella storia del paese e guidato con orgoglio verso il Santuario dei frati minori dov’ è custodita la statua lignea del “Cristo sulla Croce”, scolpita nel XVII secolo da frate Umile Pintorno da Petralia, vanto di tutto il paese.
E’ questa una scultura particolare intorno alla quale gravita la forte tradizione religiosa di Cutro e che, dal 1940, è stata dichiarata Monumento Nazionale.
La storia del crocifisso risale al 1854 quando il marchesato fu colpito da una terribile siccità a spese dell’agricoltura ed in particolare delle colture di cereali. In quella circostanza, i contadini di Cutro si unirono ai frati del santuario per invocare in coro le loro preghiere al Santissimo Crocifisso per fare fronte a tanta disperazione. Il Monsignore del tempo, Antonio Piterà, primicerio della collegiata fece così portare per le vie del paese la statua in segno di penitenza. Fu in quell’occasione che arrivò la pioggia. La processione fu interrotta dall’ acqua che cadde in abbondanza, il crocifisso fu riparato nella chiesa dell’ Annunziata fino alla fine della pioggia per poi essere riportato al santuario. In quella circostanza importante fu la salvezza del raccolto.
Questo è il miracolo che tutt’ora viene sentitamente ricordato a Cutro dove ogni anno ricorre la festa Patronale il 3 Maggio, cioè il giorno in cui nel 1854 fu riportato il Crocifisso nel santuario dopo la pioggia. E’ una festa religiosa vissuta con grande devozione e per questo preceduta dalla Nuvena per commemorare le penitenze dei cutresi e dei frati per invocare la tante desiderata grazia ricevuta. Ma non basta la festa patronale! Ogni sette anni, infatti, a Cutro si celebra la festa speciale caratterizzata dalla Calata durante la quale il crocifisso viene fatto scendere dall’altare, disteso e poi issato sulla croce rievocando simbolicamente la scena della vera crocifissione sul Golgota narrata nella Bibbia.
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