Rossano: il “Codex Purpureus Rossanensis”

Rossano:

Il

  “Codex Purpureus Rossanensis”

di

Daniela Strippoli

    

 Panoramica della bellissima
Rossano in provincia di Cosenza

 

Uno dei più interessanti paesi della Calabria è la bellissima città di Rossano in provincia di Cosenza, che sorge sulla fascia orientale della piana di Sibari tra la Sila e la costa ionica. Curiosamente è nota come Rossano Calabro, ma è un errore!

 


Lo stemma araldico della Città di Rossano. Che sia città lo
si desume dallo stemma araldico. Infatti la corona
che cima lo scudo è la corona di una città

 

Fu una città militarmente forte per essere riuscita a non cedere a nessuna conquista da parte dei popoli barbari: visigoti, longobardi e saraceni che avevano più volte tentato di impadronirsene.

Ciò che segnò profondamente la sua storia fu il suo profondo legame con l’Impero d’oriente. Nel X secolo, infatti, divenne la capitale delle province bizantine in Italia, sede dello stratega e centro della vita religiosa.

A testimoniarne tale legame è il suo ricchissimo patrimonio di arte e di storia, che contribuirono a definirla da sempre la Ravenna del Sud” o Rossano “la bizantina”.

A Rossano sono legati anche tanti personaggi importanti della storia. Per rimanere in ambito religioso a Rossano è nato un Papa e un Antipapa!

Papa Giovanni VII, in un mosaico
conservato nei Musei Vaticani

 

Il Papa è Giovanni VII (Rossano, 650 – Roma, 18 ottobre 707), e l’Antipapa èGiovanni XVI (Giovanni Filagato Rossano, … – Fulda, 26 agosto 1001, Vescovo e Antipapa col nome di Giovanni XVI dal 997 al 998).

 

 L’Antipapa Giovanni XVI

 

Ciò che l’ha sempre caratterizzata è la sua profonda religiosità, come dimostrano i suoi monasteri, le sue scuole e i suoi scriptoria del medioevo dai quali si sono formati Papi, asceti e uomini di cultura come san Nilo e San Bartolomeo.

Testimonianza di una storia dal sapore bizantino è il “Codex Purpureus Rossanensis”, una delle opere più prestigiose della Calabria, che si conserva nel Museo dell’Arcivescovado di Rossano. Si suppone che sia stato composto in medioriente, ad Antiochia di Siria o a Cesarea in Palestina.

 

Roma 14 Novembre 2013 – Palazzo del Quirinale. Il Codex Porpureo Rassanensis
è stato presentato a Papa Francesco e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

 

Purtroppo nulla si sa di come sia giunto a Rossano, e fino a oggi possono soltanto essere avanzate delle ipotesi. Nulla di certo si sa anche della sua datazione, per la quale si sono proposte numerose ipotesi che variano tra lo scorcio del IV, il VI e il VII secolo. Sulla base dei connotati grafici delle lettere, gli studiosi avrebbero proposto una datazione più certa intorno al V secolo.

La sua denominazione “Codex” fa immediatamente pensare ad un codice. Si tratta, infatti, di un codice miniato;  ossia di un manoscritto illustrato il cui testo è accompagnato da decorazioni che possono trovarsi a capo lettera o ai margini del testo, e completato dall’inserimento di figure. È detto purpureo perchè i fogli del testo sono vergati su una pergamena tinta con porpora bluastra, mentre le pagine con le miniature sono di colore rossastro.

Due splendie pagine della
lettera di Eusebio di Cesarea

 

Oggi il Codex Purpureo si presenta mutilo dei vangeli di Giovanni e Luca; ma in origine raccoglieva i testi completi. Il frontespizio presenta, infatti, una rota riccamente decorata in cui si inseriscono entro clipei le effigi degli evangelisti, e dentro la quale ricorre la scritta in greco ”prospetto della sinfonia degli evangelisti”.

Tale iscrizione rimanda alla lettera Eusebio di Cesarea a Carpiano. In questa lettera egli informa che Ammonio di Alessandria (padre della chiesa vissuto tra il 265 e il 340 d.C.) aveva realizzato una esposizione sintetica dei quattro vangeli, affiancando il testo di Matteo agli altri vangeli canonici.

Dei quattro vangeli oggi ne rimangono solo due: quello di Matteo e quello di Marco. Il codice era composto in totale da 376 pagine scritte in lingua greca; oggi ne sono rimaste 188. Conteneva, inoltre, 16 stupende miniature di cui se ne conservano 14.

 

Cristo distribuisce agli
apostoli il pane e il vino

 

L’inizio dei Vangeli era preceduto da un insieme di testi accessori che oggi , purtroppo, si sono conservati solo in parte come: la lettera di Eusebio a Carpiano e le dieci tavole dei Canoni Eusebiani, che costituirono una sorta di indice dei quattro vangeli canonici  della tarda antichità e del Medioevo, prima che avvenissero le suddivisioni in capitoli e in versetti e ciò si verificò tra il XIII e il XVII secolo.

All’inizio di ciascun libro vi erano i Kephalaia, cioè gli indici dei capitoli, e la tavola miniata con l’evangelista di cui rimane solo quella di Marco.

 

La Resurrezione di Lazzaro

 

Il codice è di elevatissima qualità e presenta una dimensione medio-grande; ha una forma più o meno quadrangolare come era consuetudine in età tardo antica per i grandi libri d’apparato.

La sua qualità elevata era anche data dall’uso della porpora che era ricavata dal murex un molluscp, il cui uso era abbastanza diffuso tra le classi più elevate per il suo notevole costo, in epoca tardo-imperiale.

“Cristo o Barabba” o “Cristo e Barabba”?

 

Il Codex presenta le prime tre righe dei Vangeli con lettere d’oro, mentre il resto del testo è in argento eseguita in una maiuscola biblica disposta su due colonne. Per il resto i titoli che accompagnano le miniature presentano la maiuscola ogivale diritta.

I Mercanti scacciati dal Tempio

 

Per la preziosità del manoscritto, la raffinatezza dei materiali impiegati la loro alta qualità si può dedurre che dovette essere utilizzato in onore di Cristo, Rex regnantium e Megas basileus.

La sequenza narrativa del Codice Purpureo di Rossano che ci è pervenuta, illustra le scene della vita pubblica di Gesù e scene della sua Passione in un ciclo continuo.

L’evangelista Marco scrive il suo
Vangelo ispirato dalla divina Sapienza

 

Nella parte inferiore della narrazione figurata compaiono i busti dei profeti che reggono dei cartigli svolti, sui quali sono impressi i passi veterotestamentari relativi agli eventi della vita, ma anche alla dottina salvifica di Cristo.

L’intento visivo è quello di stabilire concordanza tre le profezie del Vecchio Testamento e gli eventi collegati alla vita di Cristo.

L’abilità artistica dei miniatori del Codice di Rossano è ampiamente provata nell’essere riusciti a evidenziare e a interpretare le espressioni dei personaggi raffigurati.

Esposto a Roma, presso il Palazzo del Quirinale, il 14 Settembre 2013, il Codex Purpureus Rossanensis attendeva di essere riconosciuto dall’ UNESCO fra i beni eccellenti del patrimonio artistico mondiale e, nell’ottobre del 2015, ha ottenuto tale grande conquista che è tra le più importanti che la città di Rossano ha conseguito nella storia recente.

 

INFORMAZIONI

Museo Diocesano di Arte Sacra Rossano

Via Largo Duomo, 5
87067 – Rossano (CS)

Telefono: +39.0983.525263+39.0983.525263; +39.340.4759406+39.340.4759406

neilos@tiscalinet.it

(Diocesan Museum Of Sacred Art Rossano)
Direttore: Don Pino Straface
mail: gstraface@libero.it
Gestione: Cooperativa Neilos

 

APERTURA INVERNALE (WINTER OPENING)

16/09 – 30/06 (from september 16 to june 30)
09.30/12.30 – 15.00/18.00

Festivi (Sundays and Public Holidays)
10.00/12.00 – 16.00/18.00

LUNEDI’ CHIUSO 

APERTO TUTTI I GIORNI 

 

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