Santa Severina e il suo Battistero
Santa Severina e il suo Battistero:
preziosa architettura calabrese
di
Daniela Strippoli
La Calabria, scrigno ineguagliabile di arte e di storia, ingloba, nel mosaico di culture diverse che vi si sono susseguite, tradizioni artistiche che conservano tracce dal sapore ancora più antico di quello che si è soliti pensare. E’ questo il caso del Battistero di Santa Severina, piccolo e grazioso borgo in provincia di Crotone, tra i più belli d’Italia e, di recente, classificato tra i primi tre nel programma televisivo “ Alle falde del Kilimangiaro”.
Una bellissima panoramica
di Santa Severina (KR)
foto © Prof. Pino Barone
Sorge nel cuore del borgo, nascosto dal corpo aggettante della facciata della Cattedrale che domina Piazza del Campo e funge da splendido sfondo al famoso castello che domina incontrastato la sottostante Valle del Neto con la sua torre e le sue possenti mura.
Piazza del Campo
vista dalla cattedrale
foto © Prof. Pino Barone
La città appartenne a diverse signorie feudali, subì profonde ferite in seguito ai terremoti che devastarono la regione, specie quello del 1783, conserva la sede arcivescovile e importanti monumenti di arte religiosa ed il suo Battistero che si vuole attribuire ad epoca Bizantina, ne è un esempio evidente.
Il Battistero di Santa Severina: unico esempio
di Battistero a croce greca in Italia
Ad attestarne la sua importanza e dunque ad annoverarlo tra le prime risorse storico-architettoniche dei beni culturali della regione, fu Paolo Orsi, il più grande archeologo calabrese, che, nel 1911 sottolineò la sua singolarità sul territorio e lo additò come uno dei monumenti bizantini più importanti della Calabria.
Il portale d’ingresso
del Battistero
foto © Daniela Strippoli
Il termine Battistero riconduce immediatamente ad un tipo di architettura già ben delineata durante l’epoca romana pagana quando, infatti, con questo termine si identificava il frigidarium ovvero la vasca presente negli edifici termali dell’epoca. Tale ambiente, con l’affermarsi del Cristianesimo, ha voluto invece indicare un luogo posto all’interno, o immediatamente fuori, ad una chiesa in cui si custodisce la vasca per la somministrazione del primo sacramento: il Battesimo.
A questo proposito mi sembra doveroso ricordare il primo Battistero sorto a Roma per volontà dell’imperatore Costantino (306-337), presso San Giovanni in Laterano e ricostruito sotto il pontificato di Sisto III (432-440).
Il Battistero di San Giovanni in Laterano
sulla medaglia di bronzo
di Urbano VIII datata 1637
Nel centro storico di Santa Severina si conserva la testimonianza antica di questa struttura architettonica che suscita tutt’ora tanti interrogativi circa la sua origine e la sua primitiva funzione.
Pare infatti che potrebbe essere stata concepita come costruzione autonoma prima ancora che vi fosse edificata l’attigua cattedrale. La forma planimetrica del battistero di Santa Severina è circolare come la regola delle costruzioni battesimali suggerisce sin dalle sue origini.
Il Battistero di Santa Severina con il lato
inglobato nell’attigua cattedrale
Presenta in tutto tre bracci che ne suggeriscono un impianto a croce greca: sul lato di sud-ovest si colloca il portale d’ingresso, l’altro a nord- ovest, il braccio a sud-ovest si percepisce solo entrando nell’attigua Cattedrale la cui costruzione, nel XIII secolo, ha sacrificato il quarto braccio del Battistero che, in quel caso avrebbe presentato un più chiaro impianto a croce greca.
Il corpo centrale del Battistero si articola intorno alla vasca battesimale cilindrica e consta di un deambulatorio circolare evidenziato dal giro di otto colonne binate che sorreggono, in alto, il primo tamburo ottagonale sul quale se ne innesca uno più piccolo cilindrico che sorregge la cupola.
L’interno del Battistero
con il fonte battesimale
In corrispondenza dei quattro bracci, sul tamburo ottagonale, si aprono quattro finestrelle che appaiono come transenne traforate in calcare, marmo e alabastro di chiaro materiale di spoglio. La copertura dell’edificio è a volte a botte sui bracci, sull’anello centrale a semibotte e al centro a cupola a spicchi sorretta dalle arcate del colonnato interno.
Interno del Battistero di
Santa Costanza a Roma
Molti studiosi e storici dell’arte si sono occupati dello studio del Battistero interrogandosi sull’origine e sulla lettura circa la funzione, la cronologia dell’edificio. Alcuni sostengono una lettura orientalizzante.
Un immagine dell’archeologo Pietro Paolo Giorgio Orsi
(Rovereto, 17 Ottobre 1589 – ROvereto, 8 Novemnbre 1935
Pier Paolo Giorgio Orsi, infatti, in seguito al ritrovamento d’iscrizioni greche sui capitelli dedusse il nome di due arcivescovi concludendo che la struttura potrebbe risalire ad epoche diverse e riconosce nel battistero di Santa Severina analogie con il San Vitale di Ravenna e addirittura con la santa Sofia e la Sant’ Irene di Costantinopoli.
In questa cartina il Battistero di
San Giovanni in Laterano a
Roma è identificato alla lettera n.10
Altri studiosi invece, sostengono una lettura occidentalistica che vede nel battistero di Santa Severina una soluzione architettonica tardo-antica in seguito anche ad alcuni lavori di restauro eseguiti intorno al 1927 durante i quali sono state individuate: l’ originale apertura che corrisponde a quella attuale esterna, una piccola necropoli nella parte centrale della struttura che farebbe pensare ad una primitiva funzione di cappella per un breve periodo, e tracce di decorazioni parietali su vari livelli d’intonaco.
Questi rinvenimenti costituiscono sicuri riferimenti storici che protendono a datare il battistero a coeve opere tardo antiche come: il battistero di Santa Costanza, Santo Stefano Rotondo e il battistero lateranense, tutte a Roma.
Riferimenti:
Bollettino d’arte – Beni culturali- P. Orsi pag 263
Valentino Volta – Rotonde d’Italia: analisi tipologica della pianta centrale
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