Santa Severina

La nave di pietra

In Calabria ti guido io!

Santa Severina

una passeggiata nel borgo più bello d’Italia

 in provincia di Crotone

di

Daniela Strippoli

Una splendida immagine di Santa Severina (KR) Foto © Pino Barone

                                          Una splendida immagine di Santa Severina (KR)
                                                              Foto © Pino Barone

Dall’alto dei suoi  326 m  il centro storico più importante del Marchesato, Santa Severina domina, tra gli immensi agrumeti ed uliveti, la valle del fiume Neto. Si annovera tra i borghi più belli d’Italia e  in Calabria è tra i meglio conservati. La pianta del suo centro abitato è ellittica con case impiantate sul ciglio della rupe da un lato,  e dall’altro si articola quello che era  l’antico  quartiere Grecià , il più popolato, che  fu distrutto dal terremoto del 1783.

La Nave di Pietra così fu definita quando in una mattina di maggio il suo imponente maniero emergeva da un mare di nuvole che avevano ricoperto la valle ed è così che appare guardandola dalla strada avvicinandoci.

La vista della Valle dalla sommità del Castello

              La vista della Valle dalla sommità del Castello
                                  Foto © Daniela Strippoli

Santa Severina è in provincia di Crotone e la sua visita merita una bella giornata di primavera quando il profumo delle zagare e dei limoni accompagnerà la nostra salita fino in cima del paese da dove si affaccia, imponente, il bellissimo Castello dalla lunga storia che domina l ‘intera vallata sia di giorno che di notte quando, illuminato, risveglia il fascino dei suoi antichi fasti.

Una delle tante sale all’interno del castello

                   Una delle tante sale all’interno del castello
                                     Foto © Daniela Strippoli

La scoperta del borgo consiglio di farla a tappe risalendo a piedi le viuzze dalla parte bassa del paese in modo da gustarne il paesaggio  che si apre fino in fondo al mare insieme alle sorprese che il borgo ci presenterà. Lungo la strada incontreremo la bellissima chiesa Bizantina di Santa Filomena  dal suo impianto a nave unica, di piccole dimensioni ,  ricordata per la sua caratteristica cupoletta  sul tamburo cilindrico ricamato tutto intorno da sedici esili colonnine facendoci  ricordare le antiche costruzioni armene  di cui la Calabria ne conserva altre testimonianze sparse.

Ecco la graziosa cupoletta della chiesa bizantina di Santa Filomena

                                  Ecco la graziosa cupoletta
                         della chiesa bizantina di Santa Filomena
                                     Foto © Daniela Strippoli

Questa chiesa introduceva un tempo all’antico quartiere “Grecìa” che era il più popoloso dei sei quartieri che costituivano il vecchio  borgo. Successivamente alla  Grecìa vi era il rione della“Judea” perché era abitato dagli ebrei che furono espulsi nel 1510 in seguito ad un editto promosso dallo spagnolo  Don Pedro di Toledo. Prima la peste e poi il terremoto spopolarono questo quartiere  e le sue memorie si conservano nei ruderi dei muri dell’antica Sinagoga. Proseguendo per la strada e avventurandosi tra le strette ed eleganti viuzze che si articolano tutte intorno, si giunge nel cuore del Borgo. Oltrepassando una volta ad arco, ci si trova nella  bellissima Piazza del Campo ai piedi dell’imponente Castello normanno  la cui mole  bastionata si può godere da diverse  prospettive e che dal 1998 è stato riaperto al pubblico dopo un lungo restauro.

Particolare del castello oltrepassato l’ingresso esterno

                                    Particolare del castello
                             oltrepassato l’ingresso esterno
                                 Foto © Daniela Strippoli

Il castello, detto di Roberto il Guiscardo perché fu eretto in periodo normanno nel 1073, su un castro bizantino,  si presenta esternamente  con il suo possente mastio  quattrocentesco  a forma di quadrilatero e le sue torri  cilindriche sui quattro lati di epoca angioina e successivamente fortificate dagli aragonesi. Dopo queste vicende storiche che hanno caratterizzato l’intera regione in epoca medievale, il castello passò nelle mani dei  grandi feudatari.

La piazza di Santa Severina vista dal castello: in fondo la Cattedrale

                   La piazza di Santa Severina vista dal castello:
                                     in fondo la Cattedrale
                                  Foto © Daniela Strippoli

A donargli l’aspetto grandioso che oggi tutti notiamo furono i conti di santa Severina, i Carafa intorno alla fine del 1400 e l’inizio del 1500. Con il passare del tempo, il Castello perse le sue funzioni militari e si traformò in una bellissima residenza. Nel 1691  fu restaurato e decorato con stucchi e affreschi dal conte Pietro Matteo Grutther, signore di santa Severina. All’interno del castello è allestito un museo che divide una parte dedicata  all’epoca protostorica fino a quella classica, e un’altra all’epoca medievale.

Un’ angolazione del castello

                                       Un angolo del castello
                                        Foto © Daniela Strippoli

Piazza del Campo ospita dunque il castello da un lato e la Cattedrale con l’annesso bellissimo Battistero dall’altro,  quasi come se volesse sottolineare l’antagonismo dei due poteri: quello temporale da una parte e quello spirituale dall’altro.

Le indagini archeologiche condotte nell’area oggi occupata dal castello, hanno riscontrato nella zona del Mastio angioino  un sepolcreto con  diverse sepolture e resti di  una  precedente chiesa bizantina. Inoltre, durante la fase bizantina dalla fine del VII e l’XI secolo, la rupe, su cui verrà fondato dai normanni il castello, era abitata. Dallo scavo sono infatti emersi nuclei di ambienti rupestri di cui la nostra regione è molto ricca. Alcune delle grotte rupestri hanno conservato solo il fondo, altre invece hanno conservato anche i silos per le derrate alimentari.

L’interno del battistero di Santa Severina

                      L’interno del battistero di Santa Severina
                                   Foto © Daniela Strippoli

La Cattedrale eretta tra il 1274 e 1275 è consacrata a Santa Anastasia, la protettrice di santa Severina  che è rappresentata in una bellissima statua d’argento conservata nel museo diocesano nell’atto di sorreggere fra le mani il borgo. Bellissimo è all’interno il crocifisso ligneo di data incerta come i particolari decorativi del portale d’ingresso che risentono il gusto e lo stile  tipicamente medievale della scultura del nord.

Particolare del portale della Cattedrale

                                     Particolare del portale della Cattedrale
                                                  Foto © Daniela Strippoli

Dalla navata sinistra della Cattedrale si accede al Battistero, che risale alla fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo.  Esso presenta la pianta consueta per le costruzioni battisteriali di epoca medievale: corpo centrale circolate diviso da un deambulatorio costituito dalle arcate del colonnato circolari sui quali s’imposta la copertura a cupola che poggia su tamburo ottagonale. Sul corpo centrale s’innestano tre dei quattro bracci che gli davano, in pianta, una forma a croce greca. Resta poco degli affreschi originari all’interno mentre all’esterno vanta di un bel portale  sormontato da un arco a sesto acuto di epoca sveva.

Tracce di affreschi emergono sulle pareti della parte bassa del castello. Qui si riconosce la parte inferiore di una figura stante

     Tracce di affreschi emergono sulle pareti della parte bassa del castello.
               Qui si riconosce la parte inferiore di una figura stante.
                                                 Foto © Daniela Strippoli

Dopo il pranzo  che ci vedrà riuniti in un accogliente ristorante del borgo sarà molto interessante anche conoscere il Museo Diocesano che raccoglie oggetti di culto utilizzati dalla chiesa come ori, argenti napoletani e Siciliani, paramenti sacri realizzati in tessuti ricamati con filo d’oro o d’argento, varie suppellettili, sigilli, monete e sculture. All’interno del Museo la ricca biblioteca storica è uno scrigno prezioso di testi antichi i cui argomenti trattati variano dalla geografia storica, alla religione, alle biografie, alle fortificazioni ecc…

Le grotte rupestri dell’antico quartiere Grecìa

                    Le grotte rupestri dell’antico quartiere Grecìa
                                                Foto © Daniela Strippoli

 

 

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