Serra San Bruno – Mongiana – Soriano – Sorianello
Tra i boschi delle serre
In Calabria ti guido io!
Serra San Bruno- Mongiana –
Soriano – Sorianello
Tra i boschi delle Serre
di
Daniela Strippoli
Attraverso questo Itinerario scopriremo una parte importante della religiosità calabrese. Questa religiosità la uniremo alla bellezza di luoghi poco noti che offrono storie ed esperienze di grande spessore. Alla religiosità del luogo si unisce la storia di una importante realtà economica per la Calabria: quella delle ferriere e della fabbrica d’armi tra le prime in Italia e delle antiche attività che erano proprie di questa zona.
Il Primo giorno saremo a Serra San Bruno dove visiteremo la Certosa con il museo ed il suo Paese ricco di chiese e di arte, il Parco di Mongiana e la fabbrica delle Armi.
Il secondo giorno continueremo con la visita di Soriano e di Sorianello.
Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, a circa 35 km dal mar Ionio e a circa 35 Km dal mar Tirreno, è un paese di circa 6000 abitanti che sorge nel cuore delle Serre a circa 790 m. s.l.m.
La fama del paese si deve alla fondazione della Certosa di Sa Bruno La fama del paese si deve alla fondazione della Certosa di San Bruno, che si estende con le sue mura nel cuore di un folto bosco che l’avvolge e la racchiude nel suo mistero. E’, infatti, il mistero dei Certosini che qui vivono in austero regime di preghiera a incuriosire per la maggiore tutti coloro che si avvicinano a questo luogo.
Fu fondata da Bruno di Colonia nel 1091, anche se la ricostruzione attuale della Certosa, dopo il terremoto del 1783, avvenne alla fine dell’800.
Rigoroso è l’ordine di clausura che impedisce l’ingresso a tutti gli estranei e, dunque, la sua visita all’interno è consentita solo in parte. Tutta l’intera area della Certosa è, infatti, circondata da un alto muro di cinta munito, come l’architettura militare comanda, da torri circolari che ricorda le costruzioni architettoniche gotiche francesi.
Accessibile è soltanto l’interno del complesso monastico dove è allestito il museo che racconta la storia della Certosa. Varcato l’ingresso laterale, si accederà al museo che ci racconterà e soddisferà pienamente ogni nostra curiosità verso uno stile di vita sicuramente lontano da quanto siamo abituati a conoscere e vivere.
Il Museo della Certosa è nato nel 1993 per volontà della comunità monastica di Serra San Bruno. Esso vuole essere un legame e un tramite tra la vita monastica e il mondo. Il museo si propone come una porta che i monaci hanno aperto per poter accogliere pellegrini e turisti.
L’esposizione di antichi e preziosi libri miniati, frutto tangibile del lavoro degli amanuensi e che costituiva la loro maggiore attività giornaliera, ci permetterà di conoscere, tramite le illustrazioni, la Regola di San Bruno, con i suoi rigidi orari di preghiera alternati al lavoro. Visiteremo anche l’interno di qualche cella dove i monaci trascorrono la loro giornata in quasi totale solitudine.
Terminata la visita alla Certosa, percorreremo a piedi il sentiero antistante che conduce al nucleo primitivo della certosa, noto con il nome di Santa Maria del Bosco.
Questo sorge nell’angolo di un fitto bosco, dove il silenzio rende bene la spiritualità del luogo. Ad attirare l’attenzione sarà prima di ogni cosa il laghetto dei miracoli, così chiamato perché pare che le sue acque fossero talmente miracolose da guarire molti indemoniati. La tradizione vuole, inoltre, che qui si scoprissero le Spoglie di San Bruno. Sembra che nel momento del ritrovamento cominciasse a sgorgare l’acqua che tutt’oggi alimenta il laghetto.
Dopo la visita ai luoghi di San Bruno, proseguiremo per il ristorante; giusto in tempo per il pranzo dove degusteremo il cinghiale che è la specialità del posto.
Terminata la visita alla Certosa rimarrà il tempo per concederci una passeggiata nel centro del paese la cui origine è legata alla costruzione di San Bruno in quanto si è costituito in seguito al trasferimento degli operai attivi nella costruzione dell’intero complesso monastico.
Passeggiando per il corso principale del paese visiteremo la Chiesa di san Biagio detta ancheChiesa Matrice perché considerata madre di tutte le chiese.
Essa fu ricostruita nel 1795 con una facciata in granito locale e presenta una pianta di forma basilicale. La navata centrale accoglie quattro bellissime statue provenienti dall’antica Certosa che raffigurano rispettivamente San Bruno, la Madonna col Bambino, Santo Stefano e San Giovanni il Battista. Molto bello è il pergamo ligneo realizzato verso la fine dell’VIII secolo, da un artista ebanista di Serra San Bruno soprannominato “Patacchella” e di cui non se ne conosce il vero nome. L’opera è stata realizzata con una tecnica artigiana particolare detta “impiallacciatura“, secondo la quale venivano messe insieme numerose lamelle di legno pregiato tenute per dare l’idea del mosaico.
Da qui sarà la volta della chiesa dei Sette dolori o chiesa dell’Addolorata che fu costruita nel 1721 da un architetto serrese e costituisce un esempio dell’architettura tardo barocca in Calabria. Caratteristica è la sua facciata semiellittica realizzata in blocchi di granito locale. Bellissimo è il suo portale bronzeo realizzato intorno alla metà del 900 che raffigura entro dei riquadri i Sette dolori della Madonna. Il suo intero è arricchito da stucchi e decorazioni barocche e accoglie il bellissimo ciborio in marmo con il tabernacolo anch’esso marmoreo con pietre dure e argento a forma di Tempio.
Dopo pranzo la nostra visita proseguirà fino a Mongiana, un piccolo comune montano immerso nel verde tra boschi di abeti, a circa 5 chilometri da Serra San Bruno.
Nel Pomeriggio andremo a visitare Mongiana un piccolo comune montano immerso nel verde tra boschi di abeti a circa 5 chilometri da Serra San Bruno.
Mongiana è famosa per la sua imponente fabbrica d’armi che, dal punto di vista industriale, ne faceva il più grande centro del meridione. Gli operai attivi all’interno della fabbrica si trasferirono qui con le loro famiglie, costruirono le loro dimore e fu così che pian piano sorse il centro abitato. La fabbrica era attiva nella seconda metà del XVIII secolo in pieno dominio borbonico e durante tale periodo si svilupparono in tutta la zona le ferriere che sfruttavano un materiale ferroso, la limonite, proveniente dal territorio di Stilo (RC) e sfruttavano il legno fornito dai boschi per ricavarne il carbone che alimentava i forni delle fabbriche. La fabbrica arrivava a fornire all’esercito borbonico dalle duemila alle 3000 armi annue, fino a settemila o ottomila quando si lavorava a pieno regime.
Tra le armi produceva per lo più fucili, pistole e spade.
All’interno di questa fabbrica fu anche progettato un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato Mongiana che ha sostituito il vecchio modello francese 1842.
I prodotti furono spediti a Napoli fino a quando sopraggiunse l’unità d’Italia e da quel momento si puntò sempre ad alimentare le industrie settentrionali.
A Mongiana sarà tappa obbligata una passeggiata nell’Oasi naturalistica del Parco Vittoria gestito dalla Guardia Forestale. Un giardino botanico di circa 400 ettari di terreno in cui si sviluppano simpatici sentieri faunistici e un laghetto. Il Parco è diventato negli ultimi anni un modello di educazione ambientale molto consigliato come percorso didattico per le scuole, meta di studiosi e ricercatori universitari.
Il secondo giorno visiteremo Sorianello e Soriano la cui distanza tra di loro è di qualche chilometro.
Sorianello è sempre in provincia di Vibo Valentia precisamente sul versante occidentale del Massiccio delle Serre in posizione poco più elevata rispetto a Soriano Calabro. Il centro abitatoè posto su uno spuntone di roccia particolarmente caratteristico. Nonostante non ci siano documenti che l’attestino in maniera definitiva si racconta che i primi abitanti di Sorianello siano stati i Goti.
Di sicuro e’ che le invasioni barbariche ebbero un ruolo fondamentale nella vita di questo paese. Sembra infatti che fu in quel periodo che Sorianello si munì di una cinta muraria molto spessa intorno al nucleo centrale del centro abitato il quale rimase a lungo sotto l’egida della vicina Soriano Calabro.
Oggi si possono distinguere chiaramente due nuclei urbani, quello storico e quello moderno. Il primo presenta la tipologia medievale con le case l’una vicina all’altra e vicoli molto stretti con sottopassi sorti intorno alla roccaforte; il secondo sorge più in prossimità dello spuntone roccioso.I punti di maggiore interesse a Sorianello sono il centro storico con la Chiesa di Santa Maria del Soccorso che ha l’altare maggiore barocco in marmi policromi proveniente dalla distrutta chiesa di San Domenico a Soriano e la Chiesa di San Nicola che, dopo il terremoto, fu in parte ricostruita. Interessante la sua struttura esterno essendo stata edificata sui resti del castello feudale. All’interno si può ammirare la statua lignea della Madonna della Salute del 1854 e il piccolo museo gestito dalla parrocchia nel quale sono conservati dipinti a olio del settecento di scuola napoletana.
Interessante è il Museo della Civiltà Contadina di Sorianello. Esso fu istituito nel 1995 all’interno del Palazzo Imeneo-Florenzano e ha una continuazione sul territorio nella cosiddetta valle dei mulini in località San Bruno. La valle dei mulini offre un interessante percorso storico-ambientale che permette di approfondire alcuni aspetti antropologici relativi alla civiltà contadina legata maggiormente all’agricoltura e alla lavorazione dei cereali.
L’istallazione di mulini a vento è stata favorita dai diversi corsi d’acqua che un tempo caratterizzavano la zona. La vallata divenne ben presto famosa.
Fu, infatti celebrata nei racconti di viaggio del britannico Henry Swinburne nei quali emerge il suo stupore per l’integrazione dei mulini nella foresta circostante dagli alberi secolari. Oggi ai mulini è stata ridata nuova vita attraverso questo parco, attraversato dal torrente Cornacchia che alimenta un piccolo lago artificiale circondato dai ruderi di antichi insediamenti.
Subito dopo pranzo in ristorante per degustare la cucina casereccia. Dopo pranzo sarà la volta di Soriano a pochissima distanza da Sorianello.
Le origini storiche di Soriano sono molto incerte. Infatti, su di esse si sovrappongono pareri discordanti. Per alcuni studiosi essa ha origini antiche, e sarebbe stata fondata dai siriani da cui sarebbe derivato il suo nome intorno all’ VIII secolo a.C.
Per altri ancora invece risalirebbe al periodo della lotta iconoclasta nell’Impero d’oriente e, dunque, nell’VIII secolo d.C.
Ciò che, invece, è un dato certo è che nel 1496 appartenne al territorio di Arena e che in seguito divenne feudo dei Carafa.
Ciò che caratterizzò il suo destino fu però nel 1510 la fondazione del convento dei Domenicani e il paese entrò a far parte di quell’ordine che decadde dopo il disastro tellurico del 700. Soriano inizialmente era Sorianello e viene divisa in due realtà amministrative dopo la rivoluzione francese. Fu così che nacquero Soriano e Sorianello.
L’importanza di Soriano è in massima parte dovuta al suo convento domenicano, il primo più importante d’Europa e di cui purtroppo oggi rimangono solo i ruderi dell’antico
convento che fu distrutto dal terremoto del 1783.
Di questo una parte è resa fruibile al pubblico con la ricostruzione della biblioteca e del comune. Di recente è stato allestito il cosiddetto museo dei marmi che raccoglie i reperti provenienti dall’antico convento di san Domenico.
La devozione popolare di Soriano è particolarmente legata alla tela di san Domenico che secondo il racconto sarebbe stata consegnata alla Madonna da un frate domenicano il 14 ottobre del 1530.
Essa è custodita nella chiesa di San Domenico del XIX, che fu costruita sul sito dell’antico convento e che ospita a fianco una biblioteca che conserva una ricca raccolta di testi. Nella struttura è stato allestito anche un museo con costumi del 700.
Interessante sono nel paese le botteghe artigiane in cui vi lavorano gli artigiani locali.
Soriano è famoso anche per i suoi biscotti tipici, i mostaccioli , in dialetto “mustazzoli” che rallegrano le feste di paese con i loro variegati colori. Sono realizzati con farina e miele.
Con l’impasto durante la preparazione sono create diverse forme: pesci, dame, cavallini. Altre forme tipiche e originali sono, per esempio, l’immagine di San Francesco di Paola col bastone. La loro forma originale li rendono ricercati.
La storia vuole che i mostaccioli siano da attribuire in primis ai monaci certosini di Serra S. Bruno; successivamente ai Domenicani del convento di S. Domenico, i cui monaci hanno sostenuto e incentivato gli artigiani locali nella nobile arte della pasticceria.
Il MUSEO
Mattina: dalle 9:00 alle 13:00
Pomeriggio: dalle 16:00 alle 20:00 (orario estivo)
dalle 15:00 alle 19:00 (orario invernale)
ww.museidisoriano.it/
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